Ieri una giornata… in gita.
Meta: Fontnellato, insieme agli amici Mammagiramondo,
Babbogiramondo, e il piccolo AJ che i miei figli non vedevano l’ora di vedere,
insieme al suo Charlie.
Un paese nuovo, mai visto prima, e onestamente da me neanche tanto conosciuto. Ho scoperto, invece, un bellissimo paesino: caratteristico, tranquillo fino al punto da sembrare a tratti quasi surreale, una piazza in cui i bambini hanno potuto giocare a nascondino correndo da un angolo all’altro senza la preoccupazione continua di una macchina.
E una Rocca centrale, la Rocca Sanvitale: uno spettacolo particolarmente suggestivo la sera, completamente illuminata, insieme al suo grande fossato.
Un paese nuovo, mai visto prima, e onestamente da me neanche tanto conosciuto. Ho scoperto, invece, un bellissimo paesino: caratteristico, tranquillo fino al punto da sembrare a tratti quasi surreale, una piazza in cui i bambini hanno potuto giocare a nascondino correndo da un angolo all’altro senza la preoccupazione continua di una macchina.
E una Rocca centrale, la Rocca Sanvitale: uno spettacolo particolarmente suggestivo la sera, completamente illuminata, insieme al suo grande fossato.
Un’idea carinissima quella Rocca, di organizzare al suo
interno una sorta di piccolo gioco di ruolo per bambini: un furto della
preziosa collana di perle della proprietaria del “castello”, che chiede il l’intervento
di Sherlock Holmes e del suo fedele Watson, insieme ai
loro piccoli aiutanti, per trovare il colpevole e ritrovare la collana. Una
location fantastica quella della Rocca, che internamente è meravigliosa,
arredata con mobili e oggetti antichi, con la sua sala affrescata dal
Parmigianino, e che si presta alla perfezione per questo gioco. Realistici
anche i personaggi che si aggiravano per le stanze: la proprietaria Francesca,
il marito, l’elegante cugina, la povera cameriera che si aggirava spolverando a
destra e a manca, e via dicendo.
Alla fine, seguiti tutti gli indizi e individuato il colpevole, una merenda per tutti: una bellissima torta glassata al cioccolato con disegnato sopra l’immancabile Sherlock.
Peccato però per l’organizzazione in genere. Decisamente troppi i bambini: una cinquantina, seguiti dai genitori. Davvero troppi perché potessero seguire e soprattutto partecipare al gioco, che di fatto è stato svolto dai tre o quattro che per altezza spiccavano nel gruppo e che riuscivano chiaramente così ad accaparrarsi i posti migliori e a svolgere i giochi in maniera attiva. Quella degli animatori era più che altro una “corsa” al mantenere in ordine e in fila i bambini, o a riuscire a passare in mezzo alla piccola folla per spostarsi da una parte all’altra delle stanze, più che un preoccuparsi di farli partecipare al gioco. Poco collaborativi anche, Sherlock e il suo Watson, a risolvere i piccoli problemi dei bambini rimasti un po’ delusi: il mio più piccolo, ad esempio, ha afferrato una caramella un paio di secondi prima del via libera dato alla merenda, ed è stato invitato a riavvolgere la caramella nella sua carta e rimetterla dov’era.
Al di là di questo, comunque, sarebbe bastato un numero più esiguo di bambini, una quindicina in tutto al massimo, perché tutti potessero partecipare, compresi i più piccoli.
Sconsiglio comunque questa esperienza, che sul sito della Rocca viene consigliata per i 5-10 anni, ai più piccolini: 8-9 anni erano il minimo sindacale, in quella bolgia, perché un bambino riuscisse a non farsi spintonare a destra e a manca e a divertirsi: non mi è capitato di incrociare, in tutta onestà, lo sguardo di uno dei bambini soddisfatti.
Un vero peccato, appunto, perché idea, scenografia e location meritavano, a mio parere, qualche cosa in più.
Meritevole, invece, la Locanda Nazionale poco fuori dalle mura, con il suo misto tra cucina napoletana e cucina locale, e i suoi scialatielli freschissimi a davvero ottimi.
Grazie, quindi, a Mammagiramondo, per l'idea e per la compagnia. ;)
Alla fine, seguiti tutti gli indizi e individuato il colpevole, una merenda per tutti: una bellissima torta glassata al cioccolato con disegnato sopra l’immancabile Sherlock.
Peccato però per l’organizzazione in genere. Decisamente troppi i bambini: una cinquantina, seguiti dai genitori. Davvero troppi perché potessero seguire e soprattutto partecipare al gioco, che di fatto è stato svolto dai tre o quattro che per altezza spiccavano nel gruppo e che riuscivano chiaramente così ad accaparrarsi i posti migliori e a svolgere i giochi in maniera attiva. Quella degli animatori era più che altro una “corsa” al mantenere in ordine e in fila i bambini, o a riuscire a passare in mezzo alla piccola folla per spostarsi da una parte all’altra delle stanze, più che un preoccuparsi di farli partecipare al gioco. Poco collaborativi anche, Sherlock e il suo Watson, a risolvere i piccoli problemi dei bambini rimasti un po’ delusi: il mio più piccolo, ad esempio, ha afferrato una caramella un paio di secondi prima del via libera dato alla merenda, ed è stato invitato a riavvolgere la caramella nella sua carta e rimetterla dov’era.
Al di là di questo, comunque, sarebbe bastato un numero più esiguo di bambini, una quindicina in tutto al massimo, perché tutti potessero partecipare, compresi i più piccoli.
Sconsiglio comunque questa esperienza, che sul sito della Rocca viene consigliata per i 5-10 anni, ai più piccolini: 8-9 anni erano il minimo sindacale, in quella bolgia, perché un bambino riuscisse a non farsi spintonare a destra e a manca e a divertirsi: non mi è capitato di incrociare, in tutta onestà, lo sguardo di uno dei bambini soddisfatti.
Un vero peccato, appunto, perché idea, scenografia e location meritavano, a mio parere, qualche cosa in più.
Meritevole, invece, la Locanda Nazionale poco fuori dalle mura, con il suo misto tra cucina napoletana e cucina locale, e i suoi scialatielli freschissimi a davvero ottimi.
Grazie, quindi, a Mammagiramondo, per l'idea e per la compagnia. ;)